Quali sono le disposizioni di legge riguardo alle fosse biologiche?
Le fosse biologiche, chiamate anche fosse settiche, servono a regolare l’eliminazione delle acque reflue dagli edifici che non sono collegati ad una rete fognaria.
Sono delle fosse interrate e statiche nelle quali si accumulano le acque nere e grigie. Sono quindi i rifiuti solidi e liquidi che arrivano dai bagni e dalle cucine delle abitazioni; i rifiuti prodotti dalle persone.
In generale é la soluzione adottata da chi abita in campagna o in zone isolate che non sono raggiunte dal sistema fognario delle città.
Di solito le fosse biologiche sono in cemento ma ultimamente vengono sempre di più utilizzate quelle in vetroceramica.
Normative per le fosse biologiche
La Legge n. 319/1976 regola il funzionamento delle fosse biologiche. A tale legge sono affiancate le disposizioni comunali, provinciali e regionali.
Per quanto riguarda le dimensioni delle fosse biologiche, variano da famiglia a famiglia in quanto viene tenuto conto del volume dei liquami prodotti in base al numero dei componenti della famiglia.
In regola, per quanto riguarda le dimensioni si calcolano 150 litri per ogni componente familiare.
Devono comunque essere interrate ad una profondità di minimo 120cm (su un letto di sabbia) all’esterno dell’immobile per facilitarne il raggiungimento e l’ispezione.
Le fosse devono essere distanti dagli edifici di almeno uno o due metri e di dieci metri da serbatoi o pozzi in modo da evitare la loro contaminazione.
Queste regole vanno seguite in modo da non incorrere in eventuali discussioni con vicini di casa o proprietari dei terreni confinanti.
Per istallare una fossa biologica nella propria abitazione, bisogna seguire un iter specifico che tiene conto dei regolamenti comunali e che segue le norme igienico sanitarie previste.
Dopo aver inoltrato la richiesta di autorizzazione, ci sarà una relazione di un geologo accompagnata da disegni e valutazioni tecniche che riguardano la natura del terreno dove si vuole istallare l’impianto.
Se non si segue questo iter, si può essere considerati abusivi.
La durata dell’autorizzazione é di quattro anni e dopo bisogna semplicemente richiedere il rinnovo senza rifare tutte le procedure dall’inizio.
Le fosse biologiche devono essere curate e pulite periodicamente. La pulizia può avvenire sia con interventi si spurgo, sia con una soluzione ecologica attraverso l’uso di enzimi. Gli enzimi nascono naturalmente, generati da microorganismi e aiutano a metabolizzare i rifiuti solidi e liquidi, aiutandoli a defluire nel terreno. Gli enzimi inoltre impediscono l’uscita dei cattivi odori dagli scarichi. Si trovano in commercio sotto forma di pastiglie.
Per la manutenzione é consigliato anche l’uso di un degrassatore che consiste in un pozzetto per dividere l’acqua dai grassi prodotti dai saponi, questi ultimi insieme agli oli utilizzati in cucina, uccidono i batteri che servono alla decomposizione dei liquami.
Si consiglia comunque, per avere una fossa biologica a norma, di rivolgersi a ditte professioniste del settore.
Quali sono le sanzioni in caso di fosse biologiche non a norma?
Se le fosse biologiche non sono a norma si incorre in sanzioni pecuniarie che variano da 600 euro a 3.000 euro per le case singole, fino a 60.000 euro per edifici e condomini abitativi e da 240 euro a 1.400 euro nelle zone con vincolo idrogeologico.
Ci sono sanzioni pecuniarie anche nel caso di mancata pulizia e manutenzione. In questi casi si viola l’articolo 674 del codice penale e si può anche incorrere alla detenzione se si liberano dei liquami in un luogo pubblico sporcando l’area.
Quali sono i tipi di fosse biologiche?
Esistono due tipi di fosse biologiche: quella tradizionale che é costruita con due compartimenti e si collega direttamente alla rete fognaria pubblica e la fossa Imhoff che si usa per le case isolate e lontane dalla rete fognaria, che depura i liquami disperdendoli nel terreno attraverso dei tubi in PVC traforati che rispettano i requisiti delle tabelle sanitarie.